Nell'organizzazione della pressione ci sono diversi aspetti da tenere in considerazione. Innanzitutto bisogna scegliere che tipo di pressione si vuole applicare: ultra-offensiva (a tutto campo), offensiva (fino alla trequarti) o difensiva (nella propria metà campo). Occorre inoltre specificare la zona del campo in cui ci troviamo, poiché ovviamente assumeremo comportamenti diversi in base alla diversa posizione del pallone e degli avversari. Seguendo il metodo inglese, dividiamo il campo orizzontalmente in 3 settori: terzo difensivo, terzo di centrocampo, terzo d'attacco. La pressione va costruita a partire dall'attacco, ovvero dalla difesa e portiere avversari, fino ad arrivare alla nostra mediana e area di rigore. Dopodiché si deve lavorare su alcuni riferimenti e porsi alcune domande per organizzare al meglio il recupero del pallone:
1. Singoli giocatori: chi sono i principali costruttori di gioco? quali spazi vengono utilizzati maggiormente? chi sono i ricevitori, coloro che hanno il compito di finalizzare l'azione? quali caratteristiche hanno i giocatori più pericolosi?
2. Catene: immaginiamo di suddividere il campo verticalmente, raggruppando i vari giocatori in 3 (o più) principali aree: sinistra, centro del campo, destra. Quale catena è più pericolosa, da quale passano più palloni? ci sono delle superiorità numeriche/posizionali? come organizziamo il pressing sulle due catene laterali?
3. Reparti: consideriamo infine le posizioni orizzontali in campo: portiere+difensori, centrocampisti e attaccanti. Nella costruzione della pressione è molto importante cogliere il posizionamento dei difensori centrali ed esterni e dei centrocampisti centrali, per vedere quali sono le uscite principali. Bisogna invece porsi le seguenti domande sugli attaccanti: quanto vengono coinvolti i giocatori offensivi nella costruzione del gioco? si abbassano oppure restano alti? giocano sui nostri difensori o cercano di muoversi negli spazi? attaccano la profondità o fanno salire la squadra?
Ci sono diverse strategie di pressione: possiamo richiedere ai nostri giocatori una marcatura a uomo (difesa su un avversario), una marcatura a zona (difesa di uno spazio) o una marcatura a uomo nella zona (difesa su un avversario nel proprio spazio). Il pressing si può sicuramente considerare un fondamentale individuale, ma è importante ricordarsi che aumenterà l'efficacia se lo si pensa come un'azione collettiva e a cui tutti devono contribuire. Infatti la comunicazione, la collaborazione, la cooperazione e la lettura delle varie situazioni di un reparto o di una coppia porta benefici al singolo e alla squadra, facilitando il compito a tutti quanti.
Consideriamo infine un dettaglio molto importante: se richiederemo ad un nostro giocatore di abbandonare la sua classica posizione per pressare un certo giocatore o occupare un determinato spazio, lo avremo in una zona diversa da quella di sua competenza nel momento in cui riconquisteremo palla. Perciò bisogna sempre ricordare che per quanto si possano analizzare distinte le fasi di possesso palla e di non possesso palla sono intrinsecamente e profondamente legate, una complementare all'altra.
Costruiamo un'idea di pressing: Italia-Spagna
Immaginiamo per un attimo di essere nello staff di Roberto Mancini e di dover preparare la partita di semifinale contro la Spagna. Dobbiamo capire come "andarli a prendere". Il mister non vuole in nessun modo farsi schiacciare e non vuole lasciare la Spagna libera di esprimere le sue incredibili doti di palleggio.
1. Come giochiamo noi e come giocano loro. Il primo aspetto da considerare è sicuramente il sistema di gioco. Noi siamo abituati a schierarci con un 1-4-3-3 molto duttile: abbiamo anche utilizzato la difesa a 3 ma il mister ha già in testa gli 11 titolari e non vuole considerare cambiamenti. Ecco di seguito la nostra squadra di partenza: Donnarumma; Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini, Emerson; Barella, Jorginho, Verratti; Chiesa, Immobile, Insigne. Anche la Spagna gioca con un 1-4-3-3, che può diventare facilmente 1-4-2-3-1 o 1-3-4-3 in base alle circostanze. Ci stiamo immaginando una formazione tipo in cui il centravanti è Morata (che poi Luis Enrique, a sorpresa, non schiererà): Unai Simon; Azpilicueta, Eric Garcia, Laporte, Jordi Alba; Koke, Sergio Busquets, Pedri; Ferràn Torres, Morata, Dani Olmo. Siccome giochiamo a specchio, vorrà dire che i giocatori non dovranno allontanarsi eccessivamente dalla loro posizione iniziale e perciò sarà una partita in cui la precisione e l'attenzione nel posizionamento saranno le chiavi di volta del match. Lo stile di gioco è molto simile, anche se ci sembra che gli spagnoli abbiano qualche marcia in più dei nostri: sono maestri nel muovere la palla e imbucare nei corridoi concessi dagli avversari, giocano a pochi tocchi e fanno correre moltissimo il pallone. Per questo motivo scegliere un pressing ultra-offensivo ci sembra un azzardo troppo grande e vireremo sulla costruzione di un pressing offensivo, lasciando qualche libertà in più ai loro difensori e qualche spazio in meno ai centrocampisti.
2. I giocatori pericolosi della Spagna. Dopo aver analizzato le partite precedenti della Spagna, ci rendiamo conto che ci sono 2 giocatori chiave nella manovra degli spagnoli: Sergio Busquets e Pedri. I due giocatori del Barcellona sono indispensabili per superare la prima linea di pressione, si muovono con grande precisione e hanno qualità tecniche eccelse. La nostra prima decisione potrebbe essere la marcatura ad uomo su questi due giocatori. Per quanto riguarda Pedri non abbiamo dubbi: Nicolò Barella, la nostra mezzala destra, deve incollarsi a lui e seguirlo senza troppi ripensamenti. Siccome abbiamo già utilizzato uno dei nostri 3 centrocampisti per marcare a uomo, ci servirà mettere Jorginho a zona e in copertura preventiva al compagno sardo. Inoltre, è rischioso mettere Verratti su Busquets perché lo porterebbe parecchio fuori posizione e concederebbe molto spazio sulla corsia destra per Koke. Per questi motivi, prendiamo la nostra seconda importante decisione: Ciro Immobile sarà chiamato ad un lavoro di grande sacrificio, infatti marcherà a uomo Sergio Busquets. L'attaccante della Lazio è un giocatore molto generoso e contiamo molto sul suo sacrificio difensivo; in caso di recupero palla avrà poi occasione di avere più spazio tra lui e i centrali difensivi spagnoli, che dovranno o uscire su di lui rischiando di lasciare buchi oppure gli concederanno spazio da attaccare davanti a loro. L'ultimo giocatore che decidiamo di marcare a uomo è il centravanti, lo juventino Alvaro Morata: Giorgio Chiellini lo seguirà dovunque, contando sulla copertura di Leonardo Bonucci e l'eventuale aiuto di Jorginho.
3. Le catene laterali della Spagna. Ci mettiamo poco a capire quale sia la catena più pericolosa degli spagnoli: notiamo infatti che dal lato sinistro vengono generate la maggior parte delle azioni offensive. Jordi Alba, Pedri e Busquets giocano nello stesso club e si intendono alla perfezione. Dani Olmo ha in dote un'ottima velocità e grandi letture nell'attaccare lo spazio. Le combinazioni sulla sinistra ci fanno molta paura e perciò decidiamo di continuare (in "stile Atalanta") ad applicare un pressing fortissimo sui singoli: Chiesa deve occuparsi di Jordi Alba e non concedersi passaggi verso l'interno del campo: raccomandiamo al ragazzo, quando abbiamo la palla, di stare molto alto così da allontanare Jordi Alba dalla nostra metà campo e di attaccare lo spazio tra il terzino del Barça e Laporte, in modo da metterli in difficoltà di continuo. Di Lorenzo avrà in marcatura Dani Olmo: lo avvisiamo che si scambia spesso con Ferran Torres, quindi la sua sarà una marcatura ad uomo nella zona; di conseguenza Emerson Palmieri si occuperà di Ferran con un occhio di riguardo a possibili scambi di posizione. Il mister ci chiede se questa strategia sulla sinistra non sia troppo rischiosa nel caso in cui perdessimo qualche duello individuale, noi lo convinciamo mostrandogli i vantaggi: abbiamo Jorginho in aiuto-copertura a centrocampo e Bonucci in aiuto-copertura in difesa, perciò siamo in superiorità numerica di ben 2 giocatori dalla trequarti in giù. Soffriremo eventuali avanzate di Laporte, ma non siamo preoccupati da sue eventuali invenzioni o progressioni. E a destra? Noi vogliamo che la Spagna giochi da quel lato, perciò ci sarà una pressione decisamente inferiore. Insigne non starà larghissimo e altissimo, perché lo vogliamo partecipe della nostra manovra e perciò quando recuperiamo palla deve essere vicino ai centrocampisti. Aiuterà in fascia in caso di avanzata di Azpilicueta, però la sua principale preoccupazione sarà limitare i movimenti di Koke aiutando Verratti ed eventualmente raddoppiare Emerson nella marcatura dell'ala destra.
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