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La progettualità della Juventus: l'Under 23

Fabio Paratici e la Juventus si sono separati dopo 11 anni di successi. Il suo posto è stato preso da un fidato collaboratore formatosi completamente nell'ecosistema bianconero: Federico Cherubini. Negli ultimi anni quest'ultimo si è occupato di un progetto molto ambizioso e sicuramente rivoluzionario in Italia, ovvero la creazione di una seconda squadra e la sua partecipazione alla terza lega della piramide calcistica italiana. La Juventus U23 nasce con la necessità di sottoporre i giovani usciti dal settore giovanile ad un'esperienza con i grandi senza dover essere ceduti in prestito. Dopo aver girato più di 50 giocatori in prestito ogni anno, la Juventus ha deciso di credere nella sua seconda squadra e dare un'occasione ai ragazzi meritevoli di giocare mantenendoli sotto osservazione diretta, con la prospettiva di potersi allenare e fare qualche spezzone con la prima squadra. 

La genesi e le prime difficoltà

La Juventus spingeva per questa idea da parecchi anni, e dopo la delibera del 2018 della F.I.G.C. non ha avuto dubbi e si è iscritta al ripescaggio della Serie C, ottenendo la licenza nazionale per l'annata 2018/2019. Il progetto tecnico è stato assegnato a Federico Cherubini, giovane dirigente ex Foligno che ha scalato le gerarchie nel mondo Juventus. Le difficoltà sono state innumerevoli: innanzitutto la gestione del parco giocatori, poiché molti non sono erano convinti di far parte della seconda squadra bianconera e preferivano giocare in una prima squadra a tutti gli effetti; poi c'è stata la vera e propria composizione della rosa, deficitante in parecchi ruoli e che è stata puntellata in fretta e furia (dato che l'ammissione è arrivata praticamente alla fine dell'estate); ed infine lo stadio di casa, infatti la Juve ha dovuto (e deve anche oggi) appoggiarsi alla vicina Alessandria e giocare nel suo stadio, il Giuseppe Moccagatta. Insomma, il primo anno ha posto di fronte ai dirigenti bianconeri più difficoltà che benefici. 

La guida tecnica, ufficializzata addirittura il 15 d'agosto, viene affidata a Mauro Zironelli, tecnico in rampa di lancio dopo un'ottima promozione in Serie C prima e salvezza poi con il Mestre. L'obiettivo dichiarato è la salvezza: la squadra è giovane, sperimentale, costruita senza tempo e perciò mancante di quella progettualità necessaria per affrontare un campionato così tosto come la Serie C. Dopo un anno travagliato ma sicuramente formativo, la compagine bianconera si classifica 12esima, evitando i play-out e assicurandosi una tranquilla salvezza.

Estate 2019: plusvalenze e progettualità

Dopo un anno travagliato, Cherubini e i suoi possono finalmente programmare la stagione sportiva 2019/2020 con calma e lungimiranza. La prima squadra ha cambiato la guida tecnica, passando da Allegri a Maurizio Sarri, e la stessa cosa è successa nell'U23: Mauro Zironelli si accasa al Modena e la Juventus vira su Fabio Pecchia, ex vice di Benitez al Napoli e al Real, che aveva trascorso 6 mesi all'Avispa Fukuoka in cadetteria giapponese. 
Dopo un anno di critiche dalla stampa per i risultati non molto incoraggianti e per la mancanza di programmazione e progettualità, la Juventus dimostra in un'estate quali possono essere i benefici di avere una seconda squadra giovane, funzionale e coerente. Stephy Mavididi, bomber della prima annata dell'U23, viene prestato ai francesi del Dijon in Ligue 2, dove si confermerà e verrà poi acquistato dal Montpellier per 6 milioni; Edoardo Masciangelo viene ceduto al Pescara per poco più di 2 milioni e Mattias Andersson, difensore acquistato per 75.000€ dal Den Bosch, viene ceduto agli svizzeri del Sion per circa 4 milioni di euro. Vengono acquistati Dany Mota, che dopo solo mezza stagione andrà a Monza e a giugno 2021 si giocherà da titolare l'Europeo U21, Gianluca Frabotta, che l'anno successivo si aggregherà alla prima squadra, Alejandro Marques, stella del Barça B che viene scambiato per 8 milioni di euro con Matheus Pereira. Insomma, la Juve vende tanto e compra bene. Si registrano plusvalenze per poco più di 10 milioni e la squadra inizia ad avere un senso.
Il campo poi regala la prima vera soddisfazione ai bianconeri, infatti la squadra di mister Pecchia riesce ad arrivare in finale di Coppa Italia Serie C contro la Ternana e a vincerla, assicurandosi il primo trofeo in soli due anni di vita e l'accesso ai playoff, dove cadrà al secondo turno contro la più quotata Carrarese.

E' il trionfo dei giovani, che hanno saputo adattarsi al livello tecnico-fisico della categoria, e della società, la quale ha costruito una squadra arrembante e propositiva, incline a giocare bene e a valorizzare un parco giocatori di spessore molto alto. Tra le stelle della seconda squadra, Maurizio Sarri ne pesca qualcuna e decide di lanciarla in prima squadra nelle ultime giornate di campionato: Marco Olivieri, Gianluca Frabotta, Luca Zanimacchia, Simone Muratore, Giacomo Vrioni e Daouda Peeters fanno il loro esordio assoluto in Serie A.

2020/2021: la conferma

Fabio Pecchia ha aiutato la Juventus U23 a costruire un'identità di gioco e una base solida dalla quale ripartire per il futuro. A Luglio la società annuncia che sarà Andrea Pirlo, fresco di patentino UEFA A, il futuro allenatore della seconda squadra: in realtà poi prenderà il posto di Maurizio Sarri alla guida della prima squadra e in U23 viene promosso il mister dell'U19, Lamberto Zauli. Due giocatori, Gianluca Frabotta e Manolo Portanova (che verrà venduto a gennaio al Genoa per 10 milioni circa nell'affare Rovella), salgono in pianta stabile con la prima squadra, e altri giovani iniziano ad assaporare il campo in Coppa Italia e in qualche spezzone in campionato: Hamza Rafia, autore del gol decisivo in Coppa Italia contro il Genoa, Alessandro Di Pardo, Felix Correia, Nicolò Fagioli e Radu Dragusin sono tra questi. 

La stagione 2020/2021 dell'U23 è una conferma dei progressi visti nella stagione precedente: la squadra si assicura uno degli ultimi spot utili per i playoff e viene eliminata al secondo turno. Lavorare sulla classifica, come spiega Cherubini, non era una priorità dei bianconeri, però ora il sogno di andare in Serie B e rendere ancora più competitiva la seconda squadra sta iniziando ad accarezzare il sonno dei dirigenti bianconeri e la prossima stagione potrebbe essere quella buona per tentare di azzannare la cadetteria.

Talenti in rampa di lancio: il lavoro di Manna e Tognozzi

Il futuro sembra essere più roseo del passato anche perché la Juventus ha sfruttato il progetto della seconda squadra per valorizzare al meglio anche la sua Primavera. Se l'U23 è pensata per essere il ponte tra la prima squadra e il settore giovanile dove gli over 19 possono mettersi in mostra, la Juve l'ha utilizzata anche per eliminare i fuori-quota e i grandi nella Primavera ed allestire una squadra giovanissima ma incredibilmente competitiva. Sotto la supervisione di Fabio Paratici e Federico Cherubini, intanto diventato braccio destro del direttore sportivo bianconero, hanno agito due dirigenti molto competenti e di grande spessore: Matteo Tognozzi è stato un osservatore internazionale per molti anni (Bayer Leverkusen, Zenit San Pietroburgo e Amburgo le sue principali esperienze) ed è arrivato alla Juventus grazie a Paratici. 

La sua conoscenza del calcio giovanile è pressoché illimitata, ha contatti e occhi ovunque ed ha il fiuto per i talenti veri. Nell'ambiente bianconero si vocifera che stia lavorando da anni sul mercato asiatico alla ricerca del giocatore giusto (dopo aver preso e rivenduto il nordcoreano Han Kwang-Song) da inserire nella rosa della Juventus. A lui si affianca Giovanni Manna, ex direttore sportivo del Lugano, giovane e con esperienza ad ogni livello, abile sotto il profilo comunicativo e contrattuale. Questi due "giovani esperti" dirigenti hanno costruito con Paratici una selezione Primavera di livello assoluto:
- Fabio Miretti è il talento assoluto della squadra: di sangue bianconero sin da piccolo, il giovane piemontese è un centrocampista in grado di fare al meglio le due fasi, dotato di grande creatività ed estro, abile nel dribbling come nel palleggio, è già stato attenzionato dallo staff del nuovo-vecchio mister della prima squadra, Max Allegri; nell'ambiente già si parla di "nuovo Marchisio"...
- Cosimo Marco Da Graca, di origini siciliane, è il bomber: 16 gol in 17 partite per lui nel campionato Primavera. Dopo esser stato cercato da mezza Europa (Chelsea e Arsenal su tutte), la Juve lo ha blindato sino al 2024. Impressionante la sua fisicità, il suo fiuto del gol abbinato alla mobilità e alla generosità in fase di non possesso palla.
- Enzo Barrenechea e Matias Soulè sono i due talentini sudamericani di questa giovane Juve: il primo, regista che è stato il cuore pulsante della squadra, purtroppo si è rotto il crociato a fine anno e ha davanti mesi e mesi di fisioterapia, mentre il secondo, trequartista 2003 dal mancino fatato, specialista dei calci piazzati, ha già iniziato la nuova stagione coi grandi ed è pronto a caricarsi sulle spalle l'U23.
- Vanno citati tra gli altri anche Koni De Winter, centrale difensivo attenzionato da diverse squadre spagnole ed olandesi, Samuel Iling Jr., ala mancina inglese strappata al Chelsea, e Angel Chibozo, seconda punta beninese incredibilmente esplosiva e veloce.

L'elenco potrebbe continuare, ma l'importante è comprendere come nell'ambiente Juventus ci sia grande eccitazione per il futuro poiché si ha la consapevolezza che molti di questi ragazzi potrebbero diventare dei giocatori di grande spessore ed essere seriamente utili per la prima squadra. Il progetto bianconero nel lungo termine è ridurre la prima squadra di 2/3 elementi per poter dare ai ragazzi della seconda squadra qualche chance di allenarsi e guadagnarsi un posto nei grandi, eliminando i fastidiosi problemi delle liste UEFA, alleggerendo il monte ingaggi, promuovendo una filosofia di gioco comune e valorizzando il lavoro del settore giovanile.

L'anno prossimo dovrebbe toccare a Nicolò Fagioli, talento chiacchierato ed apprezzato dall'età di 16 anni ad oggi, Filippo Ranocchia, centrocampista ambidestro di Perugia, e Radu Dragusin, centrale difensivo della scuderia di Mino Raiola, l'onere e l'onore di salire in prima squadra con l'obiettivo di confermarsi e restare a lungo nella Juventus. Nel frattempo la progettualità a lungo termine dei bianconeri non si ferma e la dirigenza sta lavorando per mettere a punto la costruzione di un impianto da 4.000/5.000 posti vicino all'Allianz Stadium (in stile "Valdebebas" di Madrid e "John Cruijff" di Barcellona) in cui sistemare definitivamente la seconda squadra: l'ambizione è regalare 2 partite al giorno ai tifosi bianconeri che vengono a Torino ed avvicinare le due selezioni in termini logistici e progettuali.

La Juventus è l'unica società in Italia ad aver aderito al progetto della seconda squadra. Dopo tanti rumours sull'ingresso di altri club (Fiorentina e Roma su tutti), nulla si è mosso concretamente. I costi di gestione (3/4 milioni l'anno) e la difficoltà nell'allestimento della gestione e programmazione sembrano essere le motivazioni principali che hanno spinto tutti gli altri club a non seguire il percorso dei bianconeri rinunciando alle seconde squadre. La Juventus ne sta traendo benefici tecnico-economici importanti e ha dimostrato che, una volta superati i primi ostacoli, la strada è in discesa per avere una struttura più ordinata, coerente e funzionale per il passaggio più delicato per ogni giovane, ovvero quello dal settore giovanile alla prima squadra. L'italianissima assenza di pazienza e progettualità a lungo termine ha bloccato tutto finora, non resta che augurarsi che i risultati sportivi ed economici della Juventus U23 possano fare da apripista per lo sviluppo delle seconde squadre sulla base del modello spagnolo.

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